Adriana, di Ricomincio da Quattro, nonchè la prima blogger che ho iniziato a seguire, ha inaugurato la
rubrica dei "Buon Lunedi", spero non ne abbia se mi permetto di avviare il mio
personale "Buon venerdi".
Si, perché il venerdi, sopratutto per chi lavora, è un bel giorno. Ti svegli con in
bocca il sapore di libertà, perché il venerdi di solito si è tutti più sereni e
rilassati, perché se è un venerdi di maggio, il sole splende, tu ti guardi allo
specchio e ti senti soddisfatta e piena di energia forse non c’è giorno migliore
che arrivare al pc e (ri)mettersi qui a scrivere, per comunicare a tutti che finalmente sei felice e che hai trovato un po' di equilibrio, perchè tra tanti incidenti di percorso e insoddisfazioni c'è sempre chi ti vuole veramente bene e non smetterà mai di iniziare le sue giornate con un sorriso, un bacio, un messaggio o un'offerta di aiuto.
È da tempo che ripeto che
non sono felice e che non mi sento realizzata, è da meno tempo che ho compreso
che continuare a vomitare addosso a chi mi sta vicino la mia inquietudine
serve a poco. Essere felici, è nostra responsabilità!
Viviamo in una società che continua a lanciare messaggi per essere supermotivati e sempre all'altezza di tutte le situazioni, #100happydays, post
di super donne, super mamme, wonder woman...
Ho sempre pensato che questo "super" riguardasse gli
altri, quelli che potevano, quelli che hanno il "lusso" di decidere liberamente della loro
vita. Sono sincera, ho sempre provato un pizzico di invidia.
Poi incontri amici e conoscenti, dopo qualche anno che li hai persi di vista, e ti raccontano
"guarda ho deciso di mettere la qualità della vita al primo posto" e dentro di me
penso, si tu che puoi!
Però poi ci sono dei lampi di consapevolezza in cui senza mezzi termini ti dici con forza “che cazzo
fai? La vita è una sola, piangersi addosso non serve. Muovi il culo e combatti”.
Mettere da parte l’invidia e vivere la mia vita da protagonista e non da
osservatrice non è stato e non sarà un'impresa da poco!
Ho dovuto fare i conti con il fatto che combattere non mi è mai piaciuto, o meglio, non mi è mai servito e quindi non sono proprio abituata al fatto che purtroppo, nel mondo, vigono le regole della scaltrezza e delle unghie affilate. E devi tirare avanti dritto, rallentando solo per chi veramente se lo merita!
Quando meno te lo aspetti la vita ti mette di fronte a delle realtà che ti sconquassano: i valori in cui hai creduto fino a quel momento d'improvviso svaniscono e scopri che il buono e il giusto sono concetti estremamente soggettivi. Ma come?
E ti trovi a dover modellare te stessa, le tue parole, a stare attenta a quello che fai e che dici. E quando ti sembra che la tua
parte l’hai già fatta invece è ora di ricominciare. Ma soprattutto, che fine devono fare la tua schiettezza, la tua sincerità, la tua irrefrenabile propositività e il tuo spirito avventuroso?
La mia consapevolezza nasce da un profondo bisogno di nuovi stimoli, ambienti e sfide. Vivo un incessante logorio tra la quotidianità con le sue intramontabili certezze e il desiderio di evasione mosso dal cuore e dalla convizione del "posso fare meglio".
Sarà che voglio sempre
precorrere i tempi e avere già “tutto subito”:
una famiglia, la casa dei desideri, il lavoro che è anche la tua passione o probabilmente poi mi annoierei? Boh, sarà che però io sento dentro di me pulsare da un po' di tempo il bisogno di essere appagata dalla vita e dal lavoro, di ritornare sulla strada che mi ero immaginata, quando non senza sacrifici, ho investito sulla mia preparazione e i miei studi.
Arrivare a sera con il sorriso perchè nonostante la fatica e le cose storte sarà comunque una giornata utile, dove hai costruito un tassello, conosciuto nuove persone, maturato relazioni e conosciuto meglio te stessa.
Quando ero piccola
leggevo i libri della Fabbrica del Vapore, in particolare ricordo "Il diario segreto di Susi. Il diario segreto di Paul" di Christine Nöstlinger.
Uno scambio epistolare dei due ragazzini e il loro diari personali. Da una parte c'era Susi, poi giravi il libro e dall'altra parte c'era il diario di Paul.
Ecco questo "Buon venerdi" vorrei fosse un po' come il mio blog letto al contrario, il mio diario segreto, dove parlo di me, e del "ritrovamento" della mia "me", che da un po' troppo tempo si stava solo lasciando vivere.
Perchè è bello vivere,
osservare e poi raccontare. Perché nella mia testa passano cento mila idee,
frasi, spunti, immaginazioni che se poi non imprimo subito vanno perse via nel vento e
in una memoria che non ritornerà.
E quando cerco di fermare i miei pensieri in una parola so già che li imbruttisco...
In questo venerdi di
magia, il sole fuori se ne è andato e il mio supercapo mi ha detto che non tutti
sono pronti a cambiare così, d’amblè, che bisogna essere
pronti ed educati al cambiamento. Ha ragione, non c’è
niente da fare.
E questo blog, è lo specchio perfetto del mio cammino: ancora incompleto, un continuo work in progress, una tensione sempre maggiore verso ciò che può rendermi una persona felice.
Mi direte...perchè?, perchè mai (tu che ne sai di comunicazione) lasci in rete una cosa così mal definita? Perchè è il mio diario, e con lui voglio essere sincera, crescere insieme a lui, impadronirmi progressivamente delle mie scelte e della mia vita...e i tasselli vuoti saranno riempiti, a suo tempo.
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